La Valle del Tirso: grembo fertile di Sardegna

Terra di pescatori, pastori e artigiani, la vallata bagnata dal fiume Tirso si apre in prossimità del mare su una vasta palude, parzialmente bonificata negli anni Venti e Trenta del secolo scorso. Il cefalo di conseguenza è protagonista di molti piatti della gastronomia locale e l’acquacoltura un settore di pregio per l’economia locale, specie quando destinata alla produzione di bottarga, ovvero le uova dei soggetti femmina adulti. Dagli anni Cinquanta si pratica la risicoltura. Attualmente sono un centinaio le aziende risicole su una superficie di circa 3300 ettari e le varietà messe a coltura sono numerose: quelle tradizionali il Balilla ed il Lido, accostate negli ultimi decenni da Volano, Carnaroli e Baldo afferma Sandro Stara della sede di Oristano dell’Ente Nazionale Risi. Il riso sardo è molto apprezzato sul mercato poiché il vento marino comporta una bassa umidità ed una conseguente assenza di malattie fungine ed un colore molto bianco dopo la lavorazione. La zona è celebre anche per la produzione di vino, in particolare la Vernaccia di Oristano DOC, che si ottiene dall’omonimo vitigno. Caratteristica la modalità di intrecciare le ciliegie ad Ardauli, tra le migliori dell’Isola, mentre a Zerfaliu gli agrumi hanno tanto grande reputazione da tenersi nel mese di febbraio una mostra regionale.